La nostra Storia

Cenni storici: dalla fondazione a oggi

Ricerche e testo a cura del professor Antonio Molteni, autore anche del volume “La mia scuola è…” (Cattaneo, 2016) ____________________________________________________________________________

La Scuola dell’infanzia “Zaffiro Isacco” è molto antica. La sua origine risale alla fine del XIX secolo, età di grandi trasformazioni economiche e sociali in cui l’industria va compiendo passi decisivi anche in Italia. A Merone, nella seconda metà dell’Ottocento, sorge, in località Maglio, ad opera della famiglia Isacco, una filanda, la cosiddetta Filanda Isacco, che in breve tempo diventa uno dei complessi industriali più notevoli di tutta la Brianza, Per sostenerne lo sviluppo, però, è necessario garantire la regolarità della presenza al lavoro delle operaie: in filanda, infatti, la manodopera è prevalentemente femminile. Così, per risolvere il problema dei bambini in età prescolare, il cavaliere Egidio Isacco pensa alla costruzione di un asilo infantile, che dedica alla memoria dello zio Zaffiro, divenuto il personaggio di spicco della famiglia. Il progetto è dell’architetto Giovan Battista Torretta e nella costruzione, avvenuta tra l’inizio di marzo e la fine di ottobre del 1892, sono impegnati quasi esclusivamente gli operai dello stabilimento del Maglio. La struttura – una delle più caratteristiche del patrimonio architettonico di Merone, attualmente adibita a Biblioteca e Centro Civico – occupa un’area di 1.750 metri quadri: 750 riservati al fabbricato e 1.000 destinati a giardino; entra in funzione il 1° novembre 1892 e il 21 giugno 1896 l’Asilo Infantile Zaffiro Isacco viene costituito, per decreto del re Umberto I, Ente Morale.

All’inizio la direzione è affidata a personale laico e il metodo educativo si ispira a quello del pedagogista tedesco Federico Fröebel, che pone al centro dell’attività infantile il gioco e che concepisce il giardino come struttura indispensabile non solo per favorire nei bambini il contatto con la natura, ma anche per indirizzarli alle prime esperienze di coltivazione. Nel 1917 viene firmata una convenzione con le suore della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, alle quali viene affidata la direzione dell’Ente e anche l’insegnamento. Il metodo di Fröebel è integrato con quello proposto dal sacerdote e pedagogista italiano Ferrante Aporti, che mira a un’educazione integrale del fanciullo capace di coinvolgerne l’aspetto fisico, intellettuale, morale e religioso.

A partire dal 1928 l’amministrazione dell’asilo, che nel 1938 assumerà la denominazione di Scuola materna, può contare sul contributo della Cementeria, la Fabbrica Cemento Portland Montandon, costruita a Merone tra il 1924 e il 1927. A partire dal secondo dopoguerra la Direzione della Cementeria intensifica il suo intervento, finendo per addossarsi pressoché interamente le spese di gestione dell’asilo; contemporaneamente, pur senza modificare le norme statutarie, assume ruoli importanti nel Consiglio di Amministrazione, a partire dalla presidenza, prima con il dottor Carlo Montandon, poi con l’ingegnere Vincenzo De Martini.

Intanto Merone, sotto la spinta dello sviluppo economico degli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche dell’immigrazione, vive un notevole incremento demografico e la Scuola materna diventa insufficiente ad accogliere tutti i bambini. Nasce così l’idea di costruire una nuova struttura. Se ne fa carico la Direzione della Cementeria per iniziativa del suo Amministratore Delegato, il dottor Montandon, che è anche presidente della Scuola materna. Viene incaricato del progetto l’architetto Silvio Longhi di Como, già noto per la realizzazione di opere importanti, come la Biblioteca del Parco Sempione a Milano. La struttura da lui ideata si compone di due corpi: uno destinato alla scuola, fissato su sei elementi portanti in cemento armato e sollevato da terra; l’altro, riservato all’abitazione delle suore. Caratterizzano l’intera struttura le grandi vetrate finalizzate a sfruttare al meglio la luce del sole. Il 31 agosto 1966 la nuova sede viene inaugurata ed ha così inizio il nuovo ciclo della scuola materna.

Come la struttura dell’antico edificio era stata progettata in funzione del metodo educativo di Fröebel, così quella del nuovo edificio è predisposta per l’applicazione del metodo di Maria Montessori, l’ideatrice delle case dei bambini, nelle quali tutto deve essere a misura di bambino, dalle suppellettili alle attività quotidiane e ai materiali didattici: soprattutto le case dei bambini devono essere belle. Ed è proprio il senso del bello che l’architetto Longhi vuole ispirare a chi mette piede nella nuova scuola materna: un ampio e luminoso salone, con vista a lago, quattro aule interne – ciascuna dotata di servizi igienici – con relativi spazi esterni, l’arredo elegante e funzionale e, infine, il giardino.

Con il passare degli anni l’indirizzo didattico si arricchisce di tutte le indicazioni della moderna pedagogia e accoglie le numerose disposizioni ministeriali, soprattutto quella del 1991 che non solo introduce la nuova denominazione di scuola dell’infanzia, ma ne indica anche i fondamentali principi formativi. Il 1991, però, è anche l’anno in cui la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino segnala l’impossibilità di continuare a mantenere in servizio a Merone le proprie suore. Il Consiglio di Amministrazione cerca in ogni modo di contrastare la decisione, ma riesce solo a rinviarla di qualche anno: infatti al termine dell’anno scolastico 1994-1995 l’ultima suora lascia Merone. Contemporaneamente incomincia ad affievolirsi anche il sostegno economico della Cementeria, soprattutto a partire dal 1996, anno in cui l’azienda passa sotto il controllo del gruppo svizzero di Holderbank, e cessa definitivamente quando viene assorbita dalla multinazionale Holcim. Allora, a sostenere la Scuola dell’infanzia, di cui la comunità non può assolutamente fare a meno, interviene il Comune di Merone, che nel 1996 firma la prima convenzione in cui è garantito un adeguato sostegno economico.

A decorrere dall’anno scolastico 2000-2001 la Scuola dell’infanzia di Merone ottiene dal Ministero della Pubblica Istruzione il riconoscimento di scuola materna paritaria e ne approva lo Statuto. Nel 2002 i bambini frequentanti sono 110, divisi in quattro sezioni, ma il loro numero è in continuo aumento e c’è carenza di spazi. Questo, purtroppo, non è l’unico problema. Il trascorrere degli anni ha fortemente segnato la struttura dell’edificio, rendendo necessario un deciso intervento di ristrutturazione. Se ne fa carico il Consiglio di Amministrazione sotto la guida di Enrico Pirovano, che ne è diventato presidente nel 2001. Il progetto è affidato all’architetto Corrado Tagliabue di Cantù. La spesa è esorbitante, ma l’intraprendenza del presidente riesce a ottenere i necessari finanziamenti, sensibilizzando all’iniziativa anche i privati cittadini. Così per il 2004 la struttura è rimessa a nuovo.

Nel 2005 incomincia a farsi strada l’idea di dare alla scuola un nuovo stato giuridico: si pensa, infatti, di costituire una Fondazione. Il proposito si concretizza nel 2006 con la contemporanea redazione di un nuovo statuto, che il 7 novembre 2006, con decreto del presidente della Regione Lombardia, viene approvato come statuto della Fondazione “Scuola dell’Infanzia Zaffiro Isacco”. L’articolo 2 ne precisa le finalità: “fini di educazione per favorire la crescita fisica, affettiva, intellettuale e religiosa del bambino; fini di sviluppo della sua personalità, fini di assistenza e di preparazione alla scuola dell’obbligo”.

Infine, in ottemperanza alla legge del 13 luglio 2015, che riforma il sistema nazionale dell’istruzione e formazione, viene predisposto il primo Piano triennale dell’Offerta Formativa: è, in sintesi, la carta d’identità della Scuola dell’Infanzia “Zaffiro Isacco”, un documento fondamentale che la contraddistingue e la presenta come oggi è realmente.

A cura del prof. Antonio Molteni

Immagini volume “La mia scuola è…” a cura del prof. A. Molteni, Cattaneo, 2016